sabato 7 maggio 2011

Il giro d'Italia

Il Comitato contro la chiusura dell'ospedale di Recco ha festeggiato ieri sera con una cena autofinanziata, presso il ristorante Manuelina, il raggiungimento di 7000 adesioni e quasi 1700 firmatari per il ricorso al T.A.R.
In quell'occasione si è festeggiato anche il 66^  anniversario di matrimonio di nonna Rosa e nonno Franco, che sin dall'inizio hanno partecipato attivamente a tutte le iniziative e alle manifestazioni del Comitato.
Tali iniziative continueranno sempre in modo pacifico e democratico, non intendiamo intralciare nessuna manifestazione sportiva a livello nazionale che poco ha a che fare con le problematiche sanitarie locali, riteniamo che ci siano sedi ben più adatte per affrontare in modo efficace e dialettico il problema, nè tantomeno lordare con scritte l'asfalto appena steso con blitz notturni; al passaggio del giro saranno presenti probabilmente dei cittadini con la maglietta "VERGOGNA" recanti degli striscioni che ricordano alla popolazione la criticità in cui stanno versando tutti gli ospedali liguri: è recente la notizia di più di 24 ore di attesa di un paziente in un Pronto Soccorso genovese per avere assistenza medica senza poi riceverla.
Riteniamo che le nostre azioni, sostenute dall'appoggio di più di ottomila cittadini del Golfo Paradiso, debbano sempre comunque inscriversi nella legalità, come giustamente ha sottolineato il Sindaco di Recco e nella democraticità apartitica per la sensibilizzazione della popolazione e la diffusione dell'informazione portando avanti comunque quello che più di ottomila cittadini ci hanno chiesto: ottenere la riapertura del Pronto Intervento sulle 24 ore con medico sempre presente in sede e la riapertura dell'ospedale con i suoi reparti.
Oggi come oggi, le liste di attesa per interventi programmati ortopedici, sono passate dai sei mesi ad un anno, continuiamo a non comprendere la necessità di chiudere un ospedale che era in attivo economicamente e sgravava l'utenza di emergenza dei nosocomi genovesi. I posti letto in origine erano 122, con la ristrutturazione si era scesi a 70 per favorire l'eccellenza ortopedica e migliorare il servizio alla cittadinanza. E' facoltà di ogni Regione stabilire la chiusura dei nosocomi al di sotto dei 120 posti letto, in base alle esigenze del territorio; il nostro è un bacino di utenza formato da 7 comuni che assommano circa 100.000 persone in massima parte ultra sessantacinquenni; l'esigenza di questo territorio è di avere un ospedale efficiente e adeguato come era il Sant'Antonio prima della chiusura, l'offerta di un Pronto Intervento Infermieristico con il medico itinerante e il country hospital non offre un' adeguata risposta alle esigenze territoriali e, a nostro avviso, avere un "Pronto Soccorso Ambulante" toglie dignità ai malati proprio nel momento di maggior bisogno. Il ricorso al T.A.R. è un atto dovuto dal Comitato alle migliaia di sostenitori per controllare l'attività dei potenti che arrecano danno e peggiorano la qualità della vita dei cittadini lottando in favore della giustizia.
Il Comitato contro la chiusura dell'ospedale di Recco VERGOGNA!
Valeria Podestà

Nessun commento: