mercoledì 6 luglio 2011

QUALE INFORMAZIONE?
Sovente, anzi sistematicamente, a noi,quelli dell’ASSOCIAZIONE GOLFO PARADISO UN BENE COMUNE -VERGŐGNA – capita di leggere articoli sui giornali, e alcuni ci riguardano in modo diretto ma immancabilmente tali articoli, risultano essere inesatti o addirittura non conformi alla realtà.

Gli episodi sono manifesti, e facilmente reperibili, come ovvio che sia, ma quello che ci preme ribadire di più , considerato il perdurare di questo atteggiamento è sapere se è corretto che un giornalista riporti la cronaca di un fatto in maniera obbiettiva, o se viceversa riporti un fatto come avrebbe voluto che accadesse, ma che così non è stato.

Questo ci porta ragionevolmente a chiederci: un’informazione nello specifico quelle che ci riguardano, per quale motivo sono sempre falsate a nostro sfavore, oppure infarcite di notizie alquanto inesatte?

Nonostante la stampa a noi sino ad ora poco favorevole, riusciamo comunque a oltrepassare l’ostacolo e ad andare avanti.

Ma una delle informazioni date dalla stampa in questi giorni non può essere da noi non emendata, cioè: che l’ iniziativa dal nostro comitato promossa al TAR sarebbe, per alcuni, la causa del blocco lavori di ristrutturazione dell’Ospedale S.Antonio e degli ambulatori di via Pisa 56.

La questione non è in questi termini, anzi, il fatto di presentare ricorso al TAR altro non ha prodotto se non un’attenzione superiore delle istituzioni alla soluzione del problema sanità a Recco, infatti la ragione per cui non vi sono ancora cenni di ristrutturazioni e affini, è molto semplice, sino a che l’ex IML per alcuni BULLONERIA di via dei Giustiniani non sarà venduta, i lavori non potranno partire unicamente perché tale vendita realizzerebbe il fondo economico necessario alla realizzazione dei  progetti sospesi sia  dell’Ospedale sia di via Pisa 56.

Per quelli che ancora non lo sapessero il PSR (Piano Sanitario Regionale) prevedeva la riorganizzazione della rete Ospedaliera Regionale Ligure, con la trasformazione dell'Ospedale “S.Antonio”di Recco da ospedale generale per acuti a ospedale Specialistico Ortopedico-Riabilitativo a carattere degenziale con piastra ambulatoriale polispecialistica per prestazioni interne all'ospedale ed esterne al territorio.

In oltre c'era la ristrutturazione immobiliare di Via Pisa 56, realizzando quindi una Struttura Sanitaria capace si soddisfare la domanda assistenziale della popolazione del Golfo Paradiso e, a completa attivazione del Centro Ortopedico, anche le richieste sovraregionali.

Via pisa avrebbe dovuto contenere gli ambulatori di: Dermatologia, Neurologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Reumatologia, Odontoiatria, Punto prelievi, e attività consultoriale ginecologica e pediatrica, il servizio di Igiene Mentale  e il CUP (Centro Unico di Prenotazione).

Gli ambulatori insieme all'Ospedale erano l'unica risposta possibile ai bisogni  socio sanitari. l'integrazione  per poter offrire un apporto all'attività di consulenza specialistica ai ricoverati e , per il territorio, costituire insieme ai laboratori e servizi diagnostici ospedalieri un'offerta accettabile e responsabile.

Quindi sempre per essere chiari, il progetto del PSR traguardava attraverso un nuovo assetto dell'ospedale S.Antonio di Recco una maggior risposta alla domanda di prestazioni chirurgo ortopediche con la possibilità di un percorso riabilitativo.

Quindi a lavori ultimati ovvero  con la riduzione dei 21 letto esistenti ai 15 previsti, per ricoveri di tipo elettivo, e con l’attivazione di due letti monitorizzati, per eventuali cure intensive post operatorie, nel contempo la prevista rifunzionalizzazione dell’U.O. Medicina Generale portava alla riduzione dei posti letto per acuti e l’attivazione dei posti letto di riabilitazione Ortopedica e Medicina riabilitativa, un progetto che se fosse stato ultimato andava a configurare un  moderno Ospedale che completava il percorso assistenziale sino alla riabilitazione.

La nuova configurazione dell’Ospedale di Recco, con un blocco operatorio composto da due sale operatorie di recente costruzione, avrebbe potuto permettere all’Ortopedia di aumentare proporzionalmente e significativamente gli interventi chirurgici in elezione.

La riduzione dei tempi di attesa per gli interventi ortopedici, che oggi hanno liste di 6-7 e più mesi, la possibilità di dare risposte altamente qualificate e completare il percorso clinico del paziente, riducendo la mobilità dalla nostra regione verso altre regioni.

Era previsto anche un’implementazione di Day Surgery e Day Hospital nonché prestazioni ambulatoriali complesse (PAC) come ad esempio la decompressione del tunnel carpale.

Andiamo oltre, era previsto anche la realizzazione di un poliambulatorio nello spazio della chirurgia, per supportare l’attività degenziale fornendo attività di consulenza post e pre operatoria.

La costruzione di una palestra nella struttura ospedaliera per la rieducazione ed il recupero fisiatrico post operatorio, e una nuova palestra all’interno del poliambulatorio dedicata all’utenza territoriale, tutto questo se fosse stato realizzato, poteva costituire oltre che a una risposta concreta ed accettabile alla chiusura di un ospedale, anche una forte attrattiva nei confronti dei cittadini residenti in altre regioni.

Questo assetto costituiva l’unico elemento fondamentale di un Ospedale che traguardava l’integrazione con il territorio.

Tutto questo è per ora solo uno sforzo d’intenti, un’esercizio intellettuale, rimasto sulla carta e mai applicato, ma è anche quello per cui noi vogliamo e dobbiamo lottare.

R.P.

 

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